giovedì 29 gennaio 2015

I balli alla corte di Vienna dell’Ottocento



Seguendo l’ispirazione che segue il Gran Ballo delle debuttanti, ho pensato di scrivere un post dedicato ai balli dell’Ottocento che avevano luogo un po’ in tutto il mondo. Vienna però faceva senza alcun dubbio la differenza perché fu proprio nella città della monarchia austroungarica, che si videro i natali del ballo più famoso del mondo: il valzer!

Ad ogni modo si ballava un po’ dappertutto, dalle case più umili a quelle più aristocratiche. Non c’era paese o città dove non si organizzasse almeno un ballo durante l’anno e, specialmente a Corte, i balli erano all'ordine del giorno! Si dice che alla Corte di Sissi si danzassero addirittura più di 700 balli all'anno, il che equivale a dire che se ne facevano spesso più di uno al giorno… ma non so quanto questo sia vero. Forse tale cifra deriva dal fatto che ciascun membro della corte aveva la possibilità di organizzare anche dei balli privati, come nel caso del fratello dell’imperatore l’arciduca Ludovico Vittorio. Personalità molto frivola e mondana, effettivamente egli organizzava molte serate danzanti nei suoi numerosi palazzi e se contanti con quelli dei fratelli e di altri personaggi della corte, beh allora sì che si potrebbe arrivare alla considerevole cifra di 700… ma forse erano decisamente meno!
Sta di fatto che è bene fare qualche piccola precisazione, perché esistevano due diversi tipi di ballo: il Ballo di Corte (Hofball) e il Ballo a Corte (Ball bei Hof). Ogni anno verso la fine di gennaio, la Corte di Vienna si preparava per la stagione dei balli e lunghi periodi di preparazioni erano necessari per presentarsi in tutto il suo splendore.


Al Ballo a Corte (Ball bei Hof) erano invitati circa duemila ospiti: oltre all’ensamble di corte propriamente detto (ovvero, secondo il cerimoniale, quella nobiltà 'presentabile a corte' e coloro che ricoprivano ruoli importanti come nel caso delle dame di compagnia), potevano parteciparvi rappresentanti di spicco della politica e del clero, insieme con gli ufficiali in servizio della guarnigione di Vienna. Questo rappresentava una sorta di apertura della corte conservatrice verso la società viennese ed aveva un’altissima importanza fra gli eventi sociali dell’epoca.
Solo gli ospiti di rango più alto ricevevano un invito personale da parte dell'imperatore; il resto della corte veniva 'informato' mediante un bollettino ufficiale che la loro presenza era richiesta al ballo.
La data era tradizionalmente fissata dall'imperatrice. Tuttavia Elisabetta, che era nota per la sua ritrosia, non amava i balli e non amava di certo parteciparvi. Per questa ragione lasciava scegliere al marito i giorni del ballo e lei si limitava solamente a decidere se recarvisi o no… E spesso non si presentava mai, lamentando improvvisi malori (più o meno reali).


Il ballo iniziava ufficialmente alle otto di sera. Alle otto e mezzo l’Obersthofmeister (il capo del personale a servizio presso la Hofburg) riferiva all'imperatore che gli ospiti erano arrivati. A questo punto si formava un corteo, composto da più alti dignitari di corte, che prendevano il loro posto attorno all’imperatore (e all’imperatrice, se c’era!) secondo il loro rango e il ruolo che ricoprivano a corte. Dopo l'accoglienza del corpo diplomatico, che spesso richiedeva fino ad un'ora, la famiglia imperiale faceva il suo ingresso alle nove e mezzo e circa. Fino a quel momento l’orchestra non poteva suonare. 
Significativamente, la danza era piuttosto irrilevante in questo evento, anche perché c'era appena lo spazio sufficiente per essa a causa del gran numero di ospiti. Tutta la serata aveva esclusivamente un valore simbolico e sociale tant'è che spesso, durante questi eventi, si facevano conoscenze “particolari” e ovviamente politiche. 


Il culmine della serata era il Cercles, quando si scambiavano qualche parola con le Loro Maestà Imperiali. Secondo le numerose testimonianze che ci sono giunte, il colloquio con l’imperatrice Elisabetta, che provava profonde riserve nei confronti della società di Corte, era piuttosto lento. Questo principalmente era dovuto al fatto che, fin quando le giovani nobildonne (le cosiddette "comtessen”) non erano state presentate alla sovrana , non potevano considerarsi introdotte in società. Questo era un onore speciale per le signore di alto rango che spesso venivano invitate a prendere il tè con l'imperatrice, mentre il buffet era aperto per il resto degli ospiti del ballo. 


Il Ballo di Corte si concludeva a mezzanotte, o al più tardi quando la coppia imperiale si ritirava nelle proprie stanze, che era il segno per gli ospiti che era arrivato il momento di partire. Quasi come un regalo di commiato, i visitatori presenti ricevevano in dono le famose Hofbonbonnieren (Bomboniere di corte), un souvenir ambito che era orgogliosamente esibito nelle case della buona società viennese. Spesso erano dei deliziosi portagioie finemente decorati o altri oggetti simili.

Due settimane dopo il Ballo a Corte, aveva luogo il Ballo di Corte (Hofball): qui si ritrovava la crème de la crème dell'aristocrazia viennese, come pure coloro che secondo il cerimoniale era 'presentabili a corte', ed erano tutti invitati personalmente. Era quindi un evento corrispondentemente più intimo e aristocratico: non più di 700 ospiti prendevamo posto nelle grandi sale dei palazzi e veniva servita una bella cena con servizio al tavolo, invece di un semplice buffet. Al Ballo di Corte si danzava molto, soprattutto valzer, polka, polonaise e quadriglia, dei quali vi parlerò prossimamente dedicando un singolo post a ciascuna di queste incantevoli danze dell’Ottocento.



Ma dove danzava la Corte di Vienna? 
Questo dipendeva sicuramente dalla stagione perché in inverno si danzava al centro della città ed esattamente nei locali della Hofburg. Non so esattamente su che base si preferisse danzare da una parte o dall'altra, ma so che la corte teneva dei balli sia nella Sala delle Cerimonie della Hofburg, sia nelle due Redoutensaal

La prima è senza alcun dubbio la più splendida sala in tutto il Palazzo Imperiale e fu progettato dall'architetto belga Louis Montoyer come sala del trono per l'imperatore Francesco II.  Questa è la stessa sala dove Napoleone ha chiesto la mano di Maria Luisa, figlia dell'imperatore Francesco II.
L’imperatore Francesco Giuseppe I e sua moglie Elisabetta vi preparavano tutti gli anni, il Giovedì Santo, un pediluvio pasquale per dodici anziani e anziane. Il rituale era un omaggio che la coppia imperiale soleva offrire personalmente ai costumi religiosi e al popolo (sotto due litografie dell'epoca).
Sotto il regno di Francesco Giuseppe I vi si tennero grandi serate di gala, come il “ Ballo di Corte” riservato solo alla corte e all'alta aristocrazia.




Le Redoutensälen (piccola e grande) costruite come sale delle feste a partire dal 1705 sotto il regno dell’imperatore Giuseppe I, si eseguivano pompose opere barocche. L’imperatrice Maria Teresa fece modificare questa parte della Hofburg nel 1748 da Jean Nicolas Jadot. In queste sale, dove venivano organizzati numerosi concerti e "Redouten" (balli in maschera), si tenne anche il banchetto di nozze di Giuseppe II con Isabella di Parma.
Nel 1992 la grande e storica Redoutensaal fu completamente distrutta da un incendio, mentre si salvò buona parte della piccola. I locali vennero ben presto restaurati, in parte seguendo fedelmente l’originale, ed in parte seguendo canoni contemporanei, dotandoli quindi di un’infrastruttura tecnica moderna adatta ai congressi (vedi foto in basso). Sono stati riaperte nel 1998. La grande Redoutensaal è stata decorata dal pittore Josef Mikl con pannelli ad olio in stile avanguardista... direi che la preferivo com'era prima!




In estate i balli ed i ricevimenti si tenevano nella Grande Galleria del Palazzo di Schonbrunn, mentre dei ricevimenti in cerchia ristretta e familiare si tenevano nella adiacente Piccola Galleria
La prima, lunga oltre 40 metri e larga quasi 10, era la cornice ideale per le celebrazioni di corte. Vi si tenevano balli, ricevimenti e banchetti. I finestroni alti di fronte a ciascuno dei quali è collocata una specchiera di cristallo, gli stucchi in bianco e oro e gli affreschi del soffitto, creano l’effetto di un'opera d'arte totale, rendendo la Galleria uno dei più sontuosi saloni delle feste di stile rococò.


Gli affreschi della volta del pittore italiano Gregorio Guglielmi mostrano sul dipinto centrale il benessere della monarchia durante il regno di Maria Teresa. Al centro troneggiano Francesco Stefano e Maria Teresa, attorniati dalle personificazioni delle virtù dei sovrani. Il gruppo al centro è circondato da allegorie delle Terre della corona, con le loro relative ricchezze.



La Piccola Galleria invece, fu costruita contemporaneamente alla Grande Galleria, serviva ai tempi di Maria Teresa per le feste in cerchia familiare ristretta.
Durante i recenti restauri i ricercatori hanno scoperto che fra il 1867 e il 1869 la scagliola originaria dell'epoca di Maria Teresa fu rivestita di monocromia nella tecnica del bianco lustrato e vi fu apposta la decorazione dorata a rocaille nello stile del rococò. Per questo si è adesso intervenuti ripristinando il bianco lustrato e restaurando le dorature. Per dare un'impressione autentica della sala in epoca storica, sui candelabri alle pareti sono montate speciali lampadine che simulano la luce delle candele.




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