martedì 12 novembre 2013

Canti di Natale della tradizione tedesca dell’Ottocento



I canti di Natale fanno parte di ogni tradizione natalizia che si rispetti. Non esiste un Natale senza un vasto corredo di musiche e canti che ne fanno da sottofondo in ogni occasione…  Dalle passeggiate in centro, dai girelli nei mercatini… o più semplicemente alla televisione!! Ogni concerto di Natale che si rispetti, oltre ai canti più recenti di Bocelli o Celine Dion, ripropone costantemente i più famosi canti tradizionali del Natale di tutto il mondo! Certamente ogni nazione ha i propri motivi e le proprie melodie e quelle che conosciamo oggi, nella maggior parte dei casi, sono di derivazione tedesca o francese. Nel caso dell’Europa Centrale poi, va ricordato che esistevano numerosi Conservatori e che, da essi, erano usciti alcuni fra i più grandi musicisti del tempo.



In generale un canto di Natale è una canzone che viene cantata esclusivamente a durante questa festività, perché il testo fa riferimento solo ed esclusivamente a questo momento dell'anno. Vasto è il repertorio di questi canti poiché si vennero a creare, nei secoli, diversi “modelli”: esistevano i canti liturgici cantati solo alle funzioni religiose cristiane (specialmente composti tra il 16° e il 18° secolo), e altre canzoni cantate nelle famiglie, che osannavano non il lato religioso quanto il lato più materiale della festività (l’albero, i doni e l’atmosfera natalizia; composti dal 19° secolo fino ai giorni nostri.). 
Nei canti tedeschi ritroviamo diverse categorie:

- Weihnachtslied - “Winterlied (Canti di Natale - Canti d’inverno)

Nel linguaggio comune vengono chiamate "canto di Natale" tutte le canzoni che si cantano durante il periodo natalizio. Tra questi non ci è difficile riconoscere i cosiddetti " canti invernali" perché non esiste Natale senza riferimento un esplicito al clima che lo accompagna:  ritroveremo dunque notti silenziose, fiocchi di neve, luci soffuse e un pesante manto nevoso che ricopre ogni cosa.
Queste canzoni sono fortemente associate con il Natale, perché spesso vengono eseguite in un contesto natalizio secolarizzato, compaiono accanto ai canti di Natale in senso stretto nei libri, e anche perché son spesso cantati insieme ai canti “canonici” per esempio nei mercatini di Natale!
Per esempio “Jingle Bells” racconta di una gita in slitta, che potrebbe benissimo aver luogo durante gli altri mesi dell’anno!
In alcuni canti “invernali”, invece, pur decantando le bellezze del paesaggio innevato, viene descritta una scena sacra cara al Natale Cristiano (mangiatoia, pastori…), seguendo quelli che erano i sentimenti del Romanticismo.

- Weihnachtslied – “Adventslied & Weihnachtslied (Canti di Natale – Canti dell’Avvento & Canti di Natale)

Una differenza ancora più fine, proveniente dalla differenziazione liturgica che distingue fra il Natale da un lato e l’Avvento dall'altro. L'Avvento (dal latino adventus = arrivo) nella chiesa simboleggia il tempo prima della nascita del Salvatore Gesù Cristo, i giorni d’attesa prima della venuta del Messia sulla terra come promesso nell'Antico Testamento. 
I canti dell'Avvento esprimono quindi, spesso con riferimento al Vecchio Testamento, l'anelito per l'arrivo dell’atteso Messia.
In contrasto con questi, ritroviamo i Canti di Natale in senso stretto, che celebrano la nascita di Gesù Cristo. Questi sono considerati dei canti prettamente liturgici.


I canti di Natale che andrò proponendovi, elencati in ordine alfabetico e corredati da video, fanno parte dei Canti della tradizione natalizia tedesca dell’Ottocento e, probabilmente, furono cantati anche da Elisabetta (o comunque dalla famiglia imperiale giacchè Sissi non amava la musica) che in occasione della Messa di Natale era solita riunirsi in preghiera nelle cappelle private come nel caso della Hofburgkapelle all'interno del palazzo imperiale e riservata al culto della famiglia. Qui un sacerdote celebrava la messa la mattina e il pomeriggio della vigilia, in concomitanza con il compleanno dell'Imperatrice, raramente una funzione serale. Il giorno di Natale invece aveva luogo una solenne funzione religiosa alle 6 di mattina, un'altra intorno alle 11. Questa Messa del giorno successivo era celebrata nella Augustinerkirche (la chiesa degli agostiniani) o nel Duomo di Santo Stefano di Vienna (Stephasdom). Quest'ultima era anche la funzione della cittadinanza che accorreva in massa alla chiesa.

Nelle cappelle private della famiglia imperiale, così come pure al duomo, non era certo raro sentir cantare i Piccoli Cantori di Vienna (Wiener Sängerknaben), un coro di ragazzi austriaci che apparteneva alla corte viennese nel basso medioevo, fondato nel 1498 da Massimiliano I d'Asburgo. Il coro (compreso di venti a quaranta bambini, oggi cento dai 10 ai 14 anni) aveva l'incarico di fare l'accompagnamento nella Messa domenicale. Come retribuzione i piccoli cantori ricevevano una rigorosa istruzione scolastica e musicale, nonché un cospicuo mantenimento. Alla fine della Prima guerra mondiale con la dissoluzione dell'Impero Austro-Ungarico, nel 1920 i musicisti della Corte viennese furono licenziati; nonostante ciò Josef Schnitt, a quel tempo parroco della cappella imperiale, cercò e riuscì a continuare la tradizione corale pertanto dal 1948 i ragazzi abitano il Palazzo Augarten, utilizzato sia come un collegio (scuola convitto) sia come la sede per le prove.


Ad ogni modo, proprio per tali ragioni, ho preferito optare per dei video che mantenessero quanto più possibile lo stile dell'epoca: a quei tempi le canzoni erano principalmente eseguite da cori, in chiesa o nei vari teatri di rappresentazione... Quindi i video che vedrete mostrano esclusivamente cori di voci bianche, cori maschili o femminili.
Tutti quei canti che leggerete ed ascolterete furono composti ed eseguiti nel 19° secolo e non ho inserito altri più noti che spesso vengono considerati generalmente "tradizionali". Nella lunga lista che ho dovuto spulciare per trovarli, ho selezionato solo quelli realizzati all'epoca di Sissi, altrimenti sarei andato troooooppo fuori tema! ;)
Purtroppo mancano moltissimi titoli perché, volendo realizzare delle schede un po' complete, ho dovuto depennare quei canti per i quali non sono riuscito a trovare alcuna informazione! :(
Non mi resta che augurarvi una buona fullimmersion in questo importante lato della tradizione natalizia tedesca!



suggerimento per gli acquisti:

"Bald nun ist Weihnachtszeit"
della Philharmonischer Kinderchor di Dresda



Un album che contiene buona parte dei canti tradizionali tedeschi che ascolterete più avanti, facilmente reperibile su Amazon:


https://www.amazon.com/Alle-Jahre-wieder/dp/B07CPMHP3X




Cominciamo con:

Alle Jahre wieder

È uno dei più famosi canti natalizi della tradizione tedesca. Il suo testo fu scritto nel 1837, anno della nascita di Sissi, da William Hey. La melodia più comune è di solito attribuita a Friedrich Silcherstraße, e proviene dal suo ciclo di canzoni intitolato Zwölf Kinderlieder aus dem Anhange des Speckter’schen Fabelbuches del 1842.
Il brano, comunemente suonato durante i mercatini natalizi, narra della venuta del Bambino Gesù che porta la sua benedizione a tutta l'umanità. 



Alle Jahre wieder
kommt das Christuskind
auf die Erde nieder,
wo wir Menschen sind.
Kehrt mit seinem Segen
ein in jedes Haus,
geht auf allen Wegen
mit uns ein und aus.

Steht auch mir zur Seite
still und unerkannt,
daß es treu mich leite
an der lieben Hand.



Als ich beim mein Schafen wacht'




E' un canto natalizio tedesco sull'Annunciazione ai pastori. 
Il testo fu scritto intorno al 1600 ma ad oggi l'autore è ancora sconosciuto. Nel 1623 venne pubblicato nel Kölner Gesangbuch mentre la musica riprende melodie popolari dell'epoca.

Qui sotto una versione ecumenica ridotta del canto - in origine di 9 strofe. 




Als ich bei meinen Schafen wacht,
ein Engel mir die Botschaft bracht.
Des bin ich froh, bin ich froh,
froh, froh, froh,
froh, froh, froh!
Benedicamus Domino!
Benedicamus Domino!

Er sprach: „Der Heiland Jesus Christ
zu Betlehem geboren ist!“
Des bin ich froh, bin ich froh,
froh, froh, froh,
froh, froh, froh!
Benedicamus Domino!
Benedicamus Domino!

"Das Kindlein liegt in einem Stall
und will die Welt erlösen all.“
Des bin ich froh, bin ich froh,
froh, froh, froh,
froh, froh, froh!
Benedicamus Domino!
Benedicamus Domino!




 Am Weihnachtsbaum die Lichter brennen


Il testo di questa canzone fu scritto dal poeta Hermann Kletke nel 1841.
Anche la melodia risale al 19 ° Secolo, tuttavia non ci sono noti con esattezza la sua origine ed il compositore. L'autore del testo, a differenza di molti altri canti natalizi precedenti, pone l'accento non sull'avvenimento religioso di quella Santa Notte, ma sulla descrizione dell'atmosfera in occasione della celebrazione del Natale: intorno all'albero di Natale decorato a festa e con le candele accese è riunita tutta la famiglia, giovani e meno giovani. Invisibile e inudibile la benedizione di Dio portata da due angeli alle "brave persone che si amano".


Weihnachten, 1892




Am Weihnachtsbaum die Lichter brennen,
Wie glänzt er festlich, lieb und mild,
Als spräch’ er: „Wollt in mir erkennen
Getreuer Hoffnung stilles Bild.“

Die Kinder stehn mit hellen Blicken,
Das Auge lacht, es lacht das Herz,
O fröhlich, seliges Entzücken,
Die Alten schauen himmelwärts.


Zwei Engel sind hereingetreten,
Kein Auge hat sie kommen sehn,
Sie gehn zum Weihnachtsbaum und beten
Und wenden wieder sich und gehn.

Kein Ohr hat ihren Spruch vernommen
Unsichtbar jedes Menschen Blick
Sind sie gegangen wie gekommen,
Doch Gottes Segen bleibt zurück.




Der Christbaum ist der schönste Baum 


È un canto natalizio creato nel 1842 a Hanau.
Il testo è stato creato dal teologo protestante di Nauheim, Johannes Carl (1806-1887), che a quel tempo era parroco nella chiesa di San Giovanni a Hanau. Il testo venne pubblicato più tardi nella vasta raccolta delle sue poesie. La melodia venne invece composta da Georg Eisenbach, cantore presso l'Hanau Marienkirche e insegnante presso la scuola femminile locale. La canzone includeva originariamente 12 versi dei quali oggi solo 4 sono stampati come consuetudine. 
Nel 1842 il canto venne stampato ad Hanau come un unico foglio e venduto al prezzo di 4 Kreuzer
Il testo fa riferimento all’albero di natale, quale fulcro della festa. Qui sotto un arrangiamento odierno, considerato ormai tradizionale, di questo canto natalizio. Il testo originale lo potete trovare tranquillamente in Wikipedia.




Der Christbaum ist der schönste Baum,

den wir auf Erden kennen.

Im Garten klein, im engsten Raum,
wie lieblich blüht der Wunderbaum,
wenn seine Lichter brennen, ja brennen.

Denn sieh, in dieser Wundernacht
ist einst der Herr geboren,
der Heiland, der uns selig macht.
Hätt’ er den Himmel nicht gebracht,
wär’ alle Welt verloren, verloren.

Doch nun ist Freud’ und Seligkeit,
ist jede Nacht voll Kerzen.
Auch dir, mein Kind, ist das bereit’t,
dein Jesus schenkt dir alles heut’,
gern wohnt er dir im Herzen, im Herzen.

O lass ihn ein, es ist kein Traum,
er wählt dein Herz zum Garten,
will pflanzen in den engen Raum
den allerschönsten Wunderbaum
und seiner treulich warten, ja warten.




Der Heiland ist geboren

E' un canto di Natale dell'Alta Austria
Il primo versetto del testo già nel 1638 venne stampato ad Innsbruck su di un libello con altre composizioni. L'attuale melodia conosciuta proviene invece da un manoscritto del 1780 circa dal Monastero di Weyarn. 

Il canto si compone di sei strofe con l'indicazione di origine riferita al Salzkammergut, mentre varie teorie farebbero ricondurre il testo alla Slesia, precisamente alla provincia di Glatz, ma di questo non v'è certezza anzi, il testo modificato fece la sua prima apparizione solamente nel 1911.
Il brano si riferisce alla nascita del Salvatore annunciata dagli Angeli.

Qui sotto la versione odierna del canto, ovviamente ridotta rispetto a quella del 1881.





Der Heiland ist geboren
Freu dich, o Christenheit
Sonst wär’n wir gar verloren
In alle Ewigkeit!
Freut euch von Herzen, ihr Christen all
Kommt her zum Kindlein in dem Stall

Das Kindlein auserkoren,
Freu dich, o Christenheit,
Das in dem Stall geboren,
Hat Himmel und Erd erfreut.
Freut euch von Herzen, ihr Christen all,
Kommt her zum Kindlein in dem Stall.

Die Engel lieblich singen,
Freu dich, du Christenheit,
Tun gute Botschaft bringen,
Verkündigen große Freud.
Freut euch von Herzen, ihr Christen all,
Kommt her zum Kindlein in dem Stall



Es ist ein' Ros' entsprungen

È un tradizionale canto natalizio tedesco del XVI secolo, il cui testo originario si rifà ad Isaia, 11,1a e la cui melodia è stata pubblicata per la prima volta nello Speyerer Gesangbuch, stampato a Colonia nel 1599. Al testo originario, che si componeva di due strofe, è stata aggiunta poi nel 1609 la popolare seconda strofa ad opera di Michael Praetorius (1571 – 1621), che adattò anche la melodia.
Altre tre strofe furono poi aggiunte nel 1844 da Friedrich Layritz.
Nel testo si dice, tra l'altro, che la rosa simboleggia la purezza di Maria (seconda strofa):



Es ist ein' Ros' entsprungen,
aus einer Wurzel zart.

Wie uns die Alten sungen,
von Jesse kam die Art.
Und hat ein Blüm'lein 'bracht;
mitten im kalten Winter,
wohl zu der halben Nacht.

Das Röslein, das ich meine, davon Isaias sagt:
Maria ist's, die Reine, / hat uns gebracht alleine

die uns das Blüm'lein bracht'. /Marie die reine Magd.
Aus Gottes ew'gem Rat,
Hat sie ein Kind g'boren,
Und blieb doch reine Magd./ wohl zu der halben Nacht.

Das Blümelein, so klein,
das duftet uns so süß;

mit seinem hellen Scheine
vertreibt's die Finsternis.
Wahr'r Mensch und wahrer Gott!
Hilft uns aus allem Leide, 
rettet von Sünd' und Tod.   




Es kommt ein Schiff, geladen


Questo canto natalizio, particolarmente lento e un poco triste, è considerato il più antico canto natalizio tedesco e ciò lo si evince dal suo stile che ce lo fa ricondurre immediatamente ai canti gregoriani.
Attribuito al mistico domenicano Johannes Tauler (1300 ca. - 1361) e pubblicato per la prima volta con il titolo Es kompt ein Schiff geladen in una raccolta a cura di Daniel Sudermann (1550 – 1631), uscì a Strasburgo nel 1626. L’attribuzione del testo, il cui autore è rimasto anonimo, a Johannes Tauler si deve al ritrovamento – avvenuto intorno al 1450 – di un manoscritto che contiene un canto simile in onore di Maria, ritrovato a Strasburgo nel convento domenicano St. Nicolaus In Undis, dove Tauler operava.
E' certamente uno dei canti più antichi e per questa ragione si può pensare che fosse eseguito spesso durante le celebrazioni del Natale, magari non a Vienna o Monaco, quanto più in tutte le altre chiese e cattedrali di Austria e Germania! 

Il testo originale si compone di sei strofe (qui  sono solo 4) e in esso si paragona la Vergine Maria (incinta) ad una nave carica, che sta trasportando il Bambin Gesù, in accordo con una tipica allegoria medievale.



Es kommt ein Schiff, geladen
bis an sein’ höchsten Bord,
trägt Gottes Sohn voll Gnaden,
des Vaters ewigs Wort.

Das Schiff geht still im Triebe,
es trägt ein teure Last;
das Segel ist die Liebe,
der Heilig Geist der Mast.

Der Anker haft’ auf Erden,
da ist das Schiff am Land.
Gott's Wort tut uns Fleisch werden,
der Sohn ist uns gesandt.

Zu Bethlehem geboren
im Stall ein Kindelein,
gibt sich für uns verloren;
gelobet muss es sein.



Es wird scho glei dumpa



"Es wird scho glei dumpa" che è un canto austriaco di fine Ottocento.
Il testo è stato scritto da Anton Reidinger, abitante dell’Innviertel (regione dell’Alta Austria) intorno al 1884, la melodia si basa su un vecchio inno in onore di Maria, al quale Reidinger aggiunse una seconda voce. Il canto fu composto in dialetto dell'Innviertel.
Il brano fu successivamente pubblicato con la regolazione di quattro parti totali, con accompagnamento di flauto, clarinetto, violino, violoncello e contrabbasso nel 1913 da Franz Friedrich Kohl & Josef Reiter nella collezione Echte Tiroler Lieder e nel 1918 nella collezione Alte Krippen- und Hirtenlieder.
Nel 2012, lo storico locale Alfred Miller, ha dichiarato che, contrariamente alle ipotesi precedenti non solo il testo ma anche la melodia fu scritta da Anton Reidinger.
Il canto elogia le virtù del Bambin Gesù, cui gli angeli volano attorno vegliando sul suo placido sonno. Il Messia è venuto al mondo per recare la sua benedizione sulla gente più povera il cui riposo sarà ora dunque sereno come quello del Salvatore.


  

Es wird scho glei dumpa, es wird scho glei Nacht,
Drum kim i zu dir her, mei Heiland auf d'Wacht.
Will singen a Liadl, dem Liebling dem kloan,
Du magst ja net schlafn, i hör die nur woan.
Hei, hei, hei, hei!
Schlaf siaß, herzliabes Kind!

Vergiss hiaz, o Kinderl, dein Kummer, dei Load,
dass d'dada muaßt leidn im Stall auf da Hoad.
Es ziern ja die Engerl dei Liegerstatt aus.
Möcht schöna nit sein drin an König sei Haus.
Hei, hei, hei, hei!
Schlaf siaß, herzliabes Kind!

Schließ zu deine Äuglein in Ruh' und in Fried'
und gib mir zum Abschied dein Segn no grad mit!
Aft werd ja mei Schlaferl ganz sorgenlos sein,
aft kann i mi ruahli aufs Niederlegn gfrein.
Hei, hei, hei, hei!
Schlaf siaß, herzliabes Kind!



Fröhliche Weihnacht überall

È un canto natalizio tedesco assai famoso, amato ed eseguito tradizionalmente, conosciuto sin dal 1885. Il testo è stato attribuito a Hoffmann von Fallersleben ma si ritiene comunemente che la melodia del brano provenga dall'Inghilterra ma non è noto un testo originale inglese e non vi è alcuna prova certa che avvalori tale ipotesi.
Il testo descrive l'atmosfera del periodo natalizio.



    Fröhliche Weihnacht überall!
     tönet durch die Lüfte froher Schall.

     Weihnachtston, Weihnachtsbaum,
     Weihnachtsduft in jedem Raum!
      Fröhliche Weihnacht überall!
     tönet durch die Lüfte froher Schall.




Herbei o ihr Gläubigen


Questo canto natalizio a molti di voi suonerà assai familiare: è infatti la versione tedesca del canto natalizio Adeste Fideles che è un must del Natale. Cantato in tutto il mondo, in tutte le lingue... da ogni cantante... è conosciuta col nome inglese di O Come All Ye Faithful! La versione tedesca di questo canto prende il nome di "Herbei o ihr Gläubigen" e venne scritta da Friedrich Heinrich Ranke nel 1823. Anche la versione inglese di "O Come All Ye Faithful" fu riscritta nel XIX secolo.
L'origine del brano, comunque sia, rimane però contestata poiché non esistono prove sufficienti per attribuirne la paternità ad un nome preciso. L'unica certezza che emerge dalla documentazione esistente è il nome del copista, cioè di colui che trascrisse materialmente il testo e la melodia: sir John Francis Wade, che lo avrebbe trascritto da un tema popolare irlandese nel 1743-1744 per l'uso di un coro cattolico (di conseguenza testo latino), a Douai, cittadina nel nord della Francia, a quel tempo importante centro cattolico di riferimento e di rifugio per i cattolici perseguitati dai protestanti nelle Isole britanniche.


Come ben saprete, il canto celebra la venuta del Bambino Gesù e invita i pastori ad andare a Betlemme per ammirare il Messia.




Herbei, o ihr Gläubigen, fröhlich triumphierend,
O kommet, o kommet nach Bethlehem!
Sehet das Kindlein, uns zum Heil geboren!
O lasset uns anbeten, o lasset uns anbeten,
O lasset uns anbeten den König!

Du König der Ehren, Herrscher der Heerscharen,
Du ruhst in der Krippe im Erdenthal
Gott, wahrer Gott, Von Ewigkeit geboren!
O lasset uns anbeten, o lasset uns anbeten,
O lasset uns anbeten den König!
Herbei, o ihr Gläubigen!

Kommt, singet dem Herren, singt ihm, Engelchöre!
Frohlocket, frohlocket, ihr Seligen:
Ehre sei Gott im Himmel und auf Erden!
O lasset uns anbeten, o lasset uns anbeten,
O lasset uns anbeten den König!






Ich steh an deiner Krippen hier


Quella che vi sto per proporre è una brevissimissima versione del canto natalizio tedesco "Ich steh an deiner Krippen hier" eseguito dal Thomanerchor di Lipsia, con la melodia di Bach, nella sua versione di inno protestante.
Vi ho condiviso questo video un po’ perché mi piace il video in se, un po’ perché purtroppo non sono riuscito a trovare una versione completa di tutto il canto. Nella mia ricerca ho notato che moltissimi cori cantano versioni diversissime fra loro, chi una strofa, chi un’altra… Pare che non esista un’effettiva versione “canonica” di questo Weihnachtslied. Avevo trovato un altro video, però il testo che avevo sottomano non coincideva con quello cantato!! Lo trovate nella sua versione completa su Wikipedia! So sorry!

Il testo originale di questo canto natalizio, il cui titolo tradotto significa "Sto qui presso la tua mangiatoia", venne composto nel 1653 dal teologo luterano Paul Gerhardt (1607–1676) che descrive la devozione di un credente di fronte a Gesù bambino nella mangiatoia. Apparve nello stesso anno, nella sua versione completa di 14 strofe, per la prima volta nella raccolta Praxis Pietatis Melica curata da Johann Crüger. Fu messo in musica solamente nel 1667 da Johann Georg Ebeling (1637–1676).
Nel 1735, vi fu una rielaborazione del testo che fu portato da quattordici a sette strofe, ad opera del conte e teologo Nikolaus Ludwig von Zinzendorf (1700–1760). 
L'anno successivo, il compositore Johann Sebastian Bach, adattò il testo di Gerhardt ad una melodia apparsa nel Musicalisches Gesang-Buch, noto anche come Schemelli-Gesangbuch, e pubblicato a Lipsia.
Una rielaborazione del testo in ambito cattolico è stata infine composta nel 1975.

Il testo può esser eseguito da un coro a cappella, oppure, sia con la melodia di Ebeling che con quella di Bach (vedi video)


Ich steh an deiner Krippen hier,
o Jesulein, mein Leben,
ich komme, bring und schenke dir,
was du mir hast gegeben.

Nimm hin, es ist mein Geist und Sinn,

Herz, Seel und Mut, nimm alles hin

und laß dir's wohlgefallen.


Ich lag in tiefster Todesnacht,
du warest meine Sonne,
die Sonne, die mir zugebracht
Licht, Leben, Freud und Wonne.

O Sonne, die das werte Licht

des Glaubens in mir zugericht',

wie schön sind deine Strahlen!





Ihr Kinderlein kommet


Ihr Kinderlein kommet (in italiano Venite, bambini) è il titolo con cui è maggiormente conosciuto il tradizionale canto natalizio tedesco Die Kinder bey der Krippe (in tedesco moderno Die Kinder bei der Krippe; in italiano I bambini presso la mangiatoia), il cui testo è stato scritto dal prete cattolico e scrittore di opere religiose Christoph von Schmid (1768-1854) intorno al 1798 e pubblicato per la prima volta nel 1811. Il titolo con cui il brano è comunemente noto, ovvero Ihr Kinderlein kommet, deriva dalla prime parole del primo verso. Il brano è normalmente accompagnato da una melodia, composta nel 1790 da Johann Abraham Peter Schulz (1747-1800).
Christoph von Schmid, compositore originario di Lüneburg e cappellano alla corte danese, fu anche scrittore ecclesiastico ed era solito comporre piccoli racconti per i bambini a scopo pedagogico e fu mosso dalle stesse ragioni anche quando, a Thannhausen nel 1798, redasse la poesia in otto versi “Die Kinder bey der Krippe”. Il testo fu quindi pubblicato dallo stesso autore per la prima volta nel 1811 e, successivamente, nel 1818 nella raccolta intitolata Blüthen dem blühenden Alter gewidmet. Nel 1832 il testo venne pubblicato da Friedrich Heinrich Eickhoff (1807-1886) nella raccolta Sechzig deutsche Lieder für dreißig Pfennig (ovvero: Sessanta canzoni tedesche per trenta Pfennig), accompagnata dalla melodia Der Mond ist aufgegangen, composta nel 1790 da Johann Abraham Peter Schulz, che è la melodia comunemente in uso.
Un'altra melodia fu composta nel 1837 da Franz Xaver Luft, che mise in musica anche le altre poesie della raccolta di Christoph von Schmid Blüthen dem blühenden Alter gewidmet.



Nel testo, che si compone di 6 strofe di 4 versi ciascuna, alcuni bambini vengono invitati ad accorrere verso la mangiatoia di Betlemme per adorare in ginocchio il bambino Gesù, come fanno i pastori:

Ihr Kinderlein, kommet, o kommet doch all!
Zur Krippe her kommet in Bethlehems Stall
und seht, was in dieser hochheiligen Nacht
der Vater im Himmel für Freude uns macht!

O seht in der Krippe im nächtlichen Stall,
seht hier bei des Lichtleins hell glänzendem Strahl
den reinliche Windeln, das himmlische Kind,
viel schöner und holder als Engel es sind!

Da liegt es, das Kindlein, auf Heu und auf Stroh,
Maria und Josef betrachten es froh.
Die redlichen Hirten knien betend davor,
hoch oben schwebt jubelnd der Engelein Chor.



Kling, Glöckchen, klingelingeling


“Kling, Glöckchen, klingelingeling” o semplicemente "Kling, Glöckchen" ("Risuona, campanellina") è un tradizionale canto natalizio tedesco, il cui testo è stato scritto nel XIX secolo da Karl Enslin (1814–1875). Il testo è accompagnato da una melodia di origine forse popolare o forse da attribuire a Benedikt Widmann (1820–1910), che l'avrebbe composta nel 1884.                                 
Il testo, che si compone di tre strofe, di 8 versi ciascuna, è costituito dall'appello, fatto probabilmente dal portatore di doni, di essere accolto in casa, in quanto fuori fa freddo. I bambini che lo accoglieranno saranno così adeguatamente ricompensati.
                                                                                  




Kling, Glöckchen, klingelingeling,
kling, Glöckchen, kling!
Lasst mich ein, ihr Kinder,
ist so kalt der Winter,
öffnet mir die Türen,
lasst mich nicht erfrieren!
Kling, Glöckchen, klingelingeling,
kling, Glöckchen, kling!

Kling, Glöckchen, klingelingeling,
Kling, Glöckchen, kling!
Mädchen, hört, und Bübchen,
macht mir auf das Stübchen,
bring euch viele Gaben,
sollt euch dran erlaben.
Kling, Glöckchen, klingelingeling,
kling, Glöckchen, kling!

Kling, Glöckchen, klingelingeling,
kling, Glöckchen, kling!
Hell erglühn die Kerzen,
öffnet mir die Herzen!
Will drin wohnen fröhlich,
frommes Kind, wie selig.
Kling, Glöckchen, klingelingeling,
kling, Glöckchen, kling!




Kommet, ihr Hirten

"Kommet, ihr Hirten" è un canto natalizio di origine boema e fu stampato per la prima volta a Olmütz (*) nel 1847. Il testo in lingua tedesca fu scritto nel 1868 dal cappellano di Lipsia Carl Riedel, che fu  pubblicata nel 1870 sotto il titolo "Die Engel und die Hirte" nella sua collezione di canti dal titolo "Altböhmische Gesänge für gemischten Chor" (gemischten Chor = coro misto). Il canto ha il carattere dei canti pastorali, che annunciano la nascita del Bambino Gesù e del loro viaggio fino alla mangiatoia di Betlemme. 
La canzone è molto popolare ancora oggi e si può ritrovare sia nel culto religioso cattolico dell'Avvento, sia in quello protestante. 
Nel mondo inglese la canzone è conosciuta con il titolo "Come, All Ye Shepherds", scritta nel 1912 da Mari Ruef Hofer (1848-1929). 



Kommet, ihr Hirten, ihr Männer und Fraun,
Kommet, das liebliche Kindlein zu schaun,
Christus, der Herr, ist heute geboren,
Den Gott zum Heiland euch hat erkoren.
Fürchtet euch nicht!

Lasset uns sehen in Bethlehems Stall,
Was uns verheißen der himmlische Schall;
Was wir dort finden, lasset uns künden,
Lasset uns preisen in frommen Weisen:
Halleluja!


Wahrlich, die Engel verkündigen heut
Bethlehems Hirtenvolk gar große Freud:
Nun soll es werden Friede auf Erden,
Den Menschen allen ein Wohlgefallen:
Ehre sei Gott!



(*) Fu proprio ad Olmütz che, un'anno dopo ed esattamente il 2 dicembre 1848, in seguito all'abdicazione dello zio Ferdinando ed alla rinuncia di suo padre, Franz, il marito di Sissi, poté assurgere al trono imperiale austriaco adottando il nome di Francesco Giuseppe I, il primo in memoria del nonno ed il secondo in memoria dell'antenato Giuseppe II, uno dei massimi riformatori dell'Impero.




Lieb Nachtigall, wach auf! 

E' un canto natalizio tedesco per bambini che proviene dal libro degli inni di Bamberga, Bamburger Gesangbuch, del 1670, particolarmente amato nel corso del XVI secolo. Il canto racconta d'un usignolo che nel giorno della nascita di Gesù viene consigliato di gioire, danzare e cantare nell'aria.


Lieb Nachtigall, wach auf!
Wach auf, du schönes Vögelein
auf deinem grünen Zweigelein,
wach hurtig auf, wach auf!
Dem Kindelein auserkoren,
heut geboren, halb erfroren,
sing, sing, sing, sing,
dem zarten Jesulein!

Flieg her zum Krippelein!
Flieg her, geliebtes Schwesterlein,
blas an dem feinen Psalterlein,
sing, Nachtigall, gar fein.
Dem Kindelein musiziere,
koloriere, jubiliere,
sing, sing, sing, sing,
dem süßen Jesulein!




Lasst uns froh und munter sein

Graziosissima canzoncina, spesso cantata da bambini, che descrive la loro attesa per la festa di San Nicola.
Testo e melodia di questa canzone sono del 19° secolo. Josef Annegarn (1794-1843) viene spesso citato quale scrittore dell'intera composizione ma non vi è certezza assoluta. 
Altro non sono riuscito a trovare... Sorry. :(



Lasst uns froh und munter sein
und uns recht von Herzen freun!
Lustig, lustig, traleralera!
Bald ist Nik’lausabend da,
bald ist Nik’lausabend da!

Dann stell’ ich den Teller auf,
Nik’laus legt gewiß was drauf.
Lustig, lustig, traleralera!
Bald ist Nik’lausabend da,
bald ist Nik’lausabend da!

Wenn ich schlaf’, dann träume ich,
jetzt bringt Nik’laus was für mich.
Bald ist Nik’lausabend da,
bald ist Nik’lausabend da!

Wenn ich aufgestanden bin,
lauf’ ich schnell zum Teller hin.
Lustig, lustig, traleralera!
Bald ist Nik’lausabend da,
bald ist Nik’lausabend da!

Nik’laus ist ein guter Mann,
dem man nicht genug danken kann.
Lustig, lustig, traleralera!
Bald ist Nik’lausabend da,
bald ist Nik’lausabend da!




Leise rieselt der Schnee



Leise rieselt der Schnee ("La neve cade silenziosa") è un tradizionale canto natalizio tedesco, pubblicato nel 1895 da Eduard Ebel (1839 – 1905), che ne era autore di parole e musica, nelle Gesammelte Gedichte, una raccolta di poesie dello stesso con il titolo originale di Weihnachtsgruß ("Saluto natalizio") e con il sottotitolo di Kinderlied (“canzone per bambini”).
Il brano è, tuttavia, ormai comunemente noto come “Leise rieselt der Schnee” (dalle prime parole del testo) e come tale pubblicato in molti testi e cantato da numerosi cantanti.

Il testo parla di una tradizionale Vigilia di Natale: nonostante stia cadendo la neve, i cuori sono ricolmi di calore per l'arrivo di Gesù.




Leise rieselt der Schnee,
Still und starr liegt der See,
Weihnachtlich glänzet der Wald:
Freue Dich, Christkind kommt bald.

In den Herzen ist’s warm,
Still schweigt Kummer und Harm,
Sorge des Lebens verhallt: Freue Dich, Christkind kommt bald.

Bald ist heilige Nacht;
Chor der Engel erwacht;
Horch’ nur, wie lieblich es schallt:
Freue Dich, Christkind kommt bald.





Maria durch ein Dornwald ging


E' un Canto d'Avvento già noto nel 19° secolo ed era usato dai pellegrini della Turingia dell'arcidiocesi di Paderborn. La prima versione stampata conosciuta, con sette versi, risale al 1850 e si trova nella collezione di inni di August von Haxthausen e Dietrich Bocholtz-Asseburg. Un testo simile si ritrova nel "Andernacher Gesangbuch" del 1608, ma si presume che risalga al 16° secolo. Una datazione effettiva non è comunque nota.
La popolarità di questa canzone si ebbe maggiormente nel 20° secolo.



Maria durch ein Dornwald ging,
Kyrie eleison.
Maria durch ein Dornwald ging,
der hat in sieben Jahrn kein Laub getragen.
Jesus und Maria.
Was trug Maria unter ihrem Herzen?
Kyrie eleison.
Ein kleines Kindlein ohne Schmerzen,
das trug Maria unter ihrem Herzen.
Jesus und Maria.

Da haben die Dornen Rosen getragen,
Kyrie eleison.
Als das Kindlein durch den Wald getragen,
da haben die Dornen Rosen getragen.
Jesus und Maria.



Morgen, Kinder, wird's was geben



Il testo del canto ha origine sul finire del 18° secolo e venne  messo in musica nel 1783 da Johann Kirnberger (1721-1783) e nel 1787 da Johann Friedrich Reichardt (1752-1814).
Seguendo lo sviluppo profano dei canti natalizi del XIX secolo, il contenuto storico del Natale, ovvero la nascita di Gesù , non è menzionato nel testo. Al contrario, l'autore si concentra sulla descrizione degli elementi tipici e caratteristici della festività, un’anticipazione nutrita dal ricordo della stanza decorata e dai numerosi doni dell'anno precedente.
Qui sotto una versione ridotta del testo originale:


Morgen, Kinder, wird’s was geben,
morgen werden wir uns freu’n!
Welch ein Jubel, welch ein Leben
wird in unserm Hause sein.
Einmal werden wir noch wach,
heißa, dann ist Weihnachtstag!

Wie wird dann die Stube glänzen
von der großen Lichterzahl!
Schöner als bei frohen Tänzen
ein geputzter Kronensaal.
Wißt ihr noch, wie’s vor’ges Jahr
an dem heil’gen Abend war?

Welch ein schöner Tag ist morgen!
Neue Freude hoffen wir.
Unsre guten Eltern sorgen
lange, lange schon dafür.
O gewiß, wer sie nicht ehrt,
ist die ganze Lust nicht wert!



Morgen kommt der Weihnachtsmann


Fu scritto nel 1835 da Hoffmann von Faller (1798-1874), sotto il titolo di "Der Weihnachtsmann". Il testo fu pubblicato per la prima volta nel 1837, con una melodia di Ernst Heinrich Leopold, nella raccolta "Liedsammlung für den Unterricht" e di nuovo nel 1843 nella raccolta "Fünfzig Kinderliedern" di Hoffmann con la stessa melodia. Ovviamente la canzone è dedicata a Babbo Natale e alla gioia dei bambini nel vedere i regali che questo ha portato.
In America ed Inghilterra questa melodia viene utilizzata per imparare l'alfabeto ai bambini.



Morgen kommt der Weihnachtsmann,
Kommt mit seinen Gaben.
Trommel, Pfeife und Gewehr,
Fahn und Säbel und noch mehr,
Ja ein ganzes Kriegesheer,
Möcht’ ich gerne haben.

Bring’ uns, lieber Weihnachtsmann,
Bring’ auch morgen, bringe
Musketier und Grenadier,
Zottelbär und Panthertier,
Roß und Esel, Schaf und Stier,
Lauter schöne Dinge.

Doch du weißt ja unsern Wunsch,
Kennest unsere Herzen.
Kinder, Vater und Mama,
Auch sogar der Großpapa,
Alle, alle sind wir da,
Warten dein mit Schmerzen.



Nun Singet und Seid Froh


E' un canto natalizio il cui testo della versione originale di questo canto è un misto di tedesco e latino, e risale al Medioevo. Alcune traduzioni in lingua inglese di epoche successive (ad esempio l'arrangiamento John Mason Neale "Good Christian Men, Rejoice") hanno contribuito a renderla popolare. La traduzione di Robert Lucas de Pearsall, risalente al 1837, anno di nascita di Sissi, ha un posto d'onore nel repertorio natalizio del servizio delle Nine Lessons and Carols. Su questa melodia è anche basato l'omonimo preludio corale di Bach (BWV 729).
Venne probabilmente scritto dal mistico tedesco Heinrich Seuse intorno al 1328. Secondo la leggenda, Seuse udì degli angeli cantare quei versi e si unì a loro in una danza di adorazione.
In italiano è nota come "In dulci Jubilo".



In dulci jubilo,
Nun singet und seid froh!
Alle unsre Wonne
Liegt in praesepio;
Sie leuchtet wie die Sonne
Matris in gremio.
Alpha es et O
!


O Jesu parvule,
nach dir ist mir so weh.
Tröst mir mein Gemüte,
o puer optime.
Durch alle deine Güte,
o p
rinceps gloriae,
trahe me post te!

Ubi sunt gaudia?
Nirgend mehr denn da,
da die Engel singen
nova cantica,
Und die Schellen klingen
in regis curia.
Eia, wär’n wir da!




O du fröhliche


L'autore dell'originale è Johannes Daniel Falk (1768-1826) che, aver perso quattro dei suoi sette figli a causa della febbre tifoide, fondò a Weimar la “Das Rettungshaus für Kinder verwahrloste” (lett. il centro di soccorso per i bambini abbandonati). Nel 1816 egli dedicò questa canzone ai bambini dell'orfanotrofio. La melodia venne presa dal canto "O Sanctissima, o piissima, dulcis Virgo Maria", che è ancora cantato in Italia e dalla Chiesa cattolica romana. Falk trovò questa canzone nella raccolta di Johann Gottfried Herders (1744-1803) “Stimmen der Völker in Liedern”.
Nella sua versione originale, la canzone è stata intitolata "Allerdreifeiertagslied", o "A Song for Tre Holidays", nella quale sono menzionate le tre principali festività del cristianesimo: Natale, Pasqua e la Pentecoste
Il canto divenne ben presto famosa per Natale e, mentre il primo versetto è di John Daniel Falk, gli ultimi tre versi che si cantano ancora oggi furono scritti da Heinrich Holzschuher (1798-1847) da Wunsiedel.

Nel 19° secolo, con l'avvento della stampa d'innumerevoli cartoline natalizie da spedire ad amici e parenti, questo canto fu uno di quelli più stampati su questi bigliettini augurali.



O du fröhliche, o du selige,
gnadenbringende Weihnachtszeit!
Welt ging verloren, Christ ist geboren:
Freue, freue dich, o Christenheit!

O du fröhliche, o du selige,
gnadenbringende Weihnachtszeit!
Christ ist erschienen, uns zu versühnen:
Freue, freue dich, o Christenheit!

O du fröhliche, o du selige,
gnadenbringende Weihnachtszeit!
Himmlische Heere jauchzen Dir Ehre:
Freue, freue dich, o Christenheit!



O Jesulein Suss

E' un canto natalizio tedesco, di solito eseguito a cappella, il cui autore è Valentin Thilo che lo compose nel 1650 circa. Una versione più nota è quella di Bach. 


O Jesulein süß! O Jesulein mild!
des Vaters Will’n hast du erfüllt;
bist kommen aus dem Himmelreich,
uns armen Menschen worden gleich,
O Jesulein süß! O Jesulein mild!

O Jesulein süß! O Jesulein mild!
Du bist der Lieb ein Ebenbild:
zünd an in uns der Liebe Flamm,
dass wir dich lieben allzusamm,
O Jesulein süß! O Jesulein mild!




O Tannenbaum, O Tannenbaum

La canzone è un inno all'abete (in tedesco: TanneTannenbaum), di cui si loda, in particolar modo, il suo status di sempreverde, divenuta con gli anni una della canzoni natalizie per eccellenza!
La melodia, di autore anonimo, è quella di un canto popolare che ebbe probabilmente origine tra il XVI e il XVII secolo (anche se qualcuno ha ipotizzato una possibile origine medievale) che è stata pubblicata per la prima volta nel 1799 ed utilizzata in alcune antiche canzoni studentesche quali "Lauriger Horatius" e "Gott grüß dich, bruder staudinger".
Le parole sono state invece composte nel 1819 dall'organista di Lipsia Joachim August Zarnack (1777 – 1827) (prima strofa), che si ispirò ad un brano popolare della Slesia dal titolo “Ach Tannenbaum”, composto nel XVI secolo da Melchior Franck (Ach Tannenbaum, ach Tannenbaum, du bist ein edler Zweig! Du grünest uns den Winter, die liebe Sommerzeit) e, forse, anche al canto “Es hing ein Stallknecht seinen Zaum” (1550 – 1580 (O Tanne, du bist ein edler Zweig | Du grünest Winter und die liebe Sommerzeit | Wenn alle Bäume dürre sein | So grünest du, edles Tannenbäumelein), entrambe molto simili al testo di “O Tannenbaum”. 

Ernst Gebhardt Anschütz aggiunse, poi, nel 1824 la seconda e terza strofa che diedero vita al testo come lo conosciamo noi oggi. Questo canto, uscito ben presto dalla tradizione natalizia tedesca, divenne ben presto una delle canzoni natalizie più conosciute ed amate in tutto il mondo!



O Tannenbaum, o Tannenbaum,
Wie treu sind deine Blätter!
Du grünst nicht nur zur Sommerzeit,
Nein, auch im Winter, wenn es schneit.
O Tannenbaum, o Tannenbaum,
Wie treu sind deine Blätter!

O Tannenbaum, o Tannenbaum,
Du kannst mir sehr gefallen!
Wie oft hat nicht zur Winterszeit
Ein Baum von dir mich hoch erfreut!
O Tannenbaum, o Tannenbaum,
Du kannst mir sehr gefallen!

O Tannenbaum, o Tannenbaum,
Dein Kleid will mich was lehren:
Die Hoffnung und Beständigkeit
Gibt Mut und Kraft zu jeder Zeit!
O Tannenbaum, o Tannenbaum,
Dein Kleid will mich was lepre.



Schlaf wohl, du Himmelsknabe du

E' un tradizionale canto natalizio tedesco, il cui testo è stato scritto nel 1786 sotto forma di poesia (intitolata Der Hirten Lied am Kripplein) da Christian Friedrich Daniel Schubart (1739-1781).
Il testo è stato accompagnato da varie melodie: tra le più comuni; figurano quella composta nel 1810 da Carl Neuner (1778-1830) e quella composta nel 1895 da Heinrich Reimann.

Il testo parla di eventi relativi alla nascita di Gesù.


Schlaf wohl, du Himmelsknabe du,
Schlaf wohl, du süßes Kind!
Dich fächeln Engelein in Ruh
Mit sanftem Himmelswind,
Wir arme Hirten singen dir
Ein herzigs Wiegenliedlein für.
Schlafe!
Himmelssöhnchen schlafe!

Maria hat mit Mutterblick
Dich leise zugedeckt;
Und Joseph hält den Hauch zurück,
Daß er dich nicht erweckt.
Die Schäflein, die im Stalle sind,
Verstummen vor dir Himmelskind.
Schlafe!
Himmelssöhnchen, schlafe!


Schneeflöckchen, Weißröckchen


Questa canzone appare spesso nelle raccolte di canzoni natalizie ed è spesso cantata nel periodo dell'Avvento, indicata come un Canto di Natale a tutti gli effetti. Il termine Weißröckchen in Slesia è un sinonimo per indicare i fiocchi di neve.
La versione originale venne scritta da Hedwig Haberkern (1837-1902), che era una maestra d'asilo e divenne poi insegnante a Breslau. Conosciuta col nome di "Zia Hedwig" (Tante Hedwig), scrisse numerose storie per bambini e, nel 1869, pubblicò la sua prima storia intitolata Geschichte von der Schneewolke dalla quale proviene il canto Schneeflöckchen vom Himmel.



Schneeflöckchen, Weißröckchen,
wann kommst du geschneit?
Du wohnst in den Wolken,
dein Weg ist so weit.

Komm setz dich ans Fenster,
du lieblicher Stern,
malst Blumen und Blätter,
wir haben dich gern.

Schneeflöckchen, Weißröckchen,
komm zu uns ins Tal.
Dann bau’n wir den Schneemann
und werfen den Ball.



Still, Still, Still

"Still, Still, Still" è sia un canto di Natale che una ninna nanna austriaca. 
La melodia popolare, il cui autore è tutt'oggi sconosciuto, proviene dallo Stato di Salisburgo. 
Il brano è apparso per la prima volta nel 1865 in una raccolta di canti popolari di Maria Vinzenz Süß (1802-1868), fondatore del Museo di Salisburgo. Leggermente cambiata nel corso degli anni, rimane attribuita a G. Götsch. Le parole descrivono la pace di Gesù Bambino e di sua madre mentre dormono.





Still, still, still,
weil's Kindlein schlafen will!
Die Engel tun schön jubilieren,
Bei dem Kripplein musizieren.
Stille, stille, stille,
Weil's Kindlein schlafen will.

Schlaf, schlaf, schlaf,
Mein liebes Kindlein, schlaf!
Maria tut dich [es] niedersingen
Und ihr treues Herz darbringen.
Schlaf, schlaf, schlaf,
Mein liebes Kindlein, schlaf!

Groß, groß, groß,
Die Lieb' ist übergroß.
Gott hat den Himmelsthron verlassen
Und muß reisen auf der Straßen.
Groß, groß, groß,

Die Lieb' ist übergroß.



Stille Nacht, heilige Nacht 


Le parole furono scritte dal reverendo Joseph Mohr nel 1816, allora assistente parrocchiale presso la località di Mariapfarr nel Lungau, mentre la musica venne composta da Franz Xaver Gruber, allora insegnante ad Arnsdorf ed organista ad Oberndorf, nella vigilia di Natale del 1818.
La prima esecuzione pubblica avvenne nella notte del 24 dicembre 1818 durante la Messa di Natale nella chiesa di San Nicola di Oberndorf, presso Salisburgo, ed il brano venne eseguito dai suoi due autori con Mohr che cantava la parte del tenore ed accompagnava con la chitarra Gruber che intonava la parte del basso. 
Oggigiorno è una delle più note e conosciute canzoni natalizie e si ritiene che sia stata tradotta in più di 300 lingue. Non tutti sanno che la versione italiana dal titolo "Astro del ciel", ormai diventata popolare anche a livello internazionale, non è una traduzione del testo tedesco bensì un testo originale scritto con una nuova creatività poetica dal prete bergamasco Angelo Meli (1901-1970) e pubblicata nel 1937 dalle Edizioni Carrara di Bergamo.




Amo questo video perché la canzone è cantata dal coro della chiesa di Lappago (nella chiesa parrocchiale di S. Agnese di Lappago) in Valle Aurina, visibile nella foto qui sotto!



Stille Nacht! Heilige Nacht!
Alles schläft; einsam wacht
Nur das traute hochheilige Paar.
Holder Knabe im lockigen Haar,
Schlafe in himmlischer Ruh!
Schlafe in himmlischer Ruh!


Stille Nacht! Heilige Nacht!
Hirten erst kundgemacht
Durch der Engel Alleluja.
Tönt es laut bei Ferne und Nah:
Jesus, der Retter ist da,
Jesus, der Retter ist da! 

Stille Nacht! Heilige Nacht!
Gottes Sohn! O wie lacht
Lieb´ aus deinem göttlichen Mund,
Da schlägt uns die rettende Stund,
Jesus in deiner Geburt!
Jesus in deiner Geburt!



Aggiungo anche questo bel video dei Wiener Sängerknaben che intonano questo bellissimo e romantico canto:



E aggiungo volentieri anche quest'altra versione:





Süßer die Glocken nie klingen

"Süßer die Glocken nie klingen" (“Mai le campane risuonano più dolcemente”) è un tradizionale canto natalizio tedesco, il cui testo è stato scritto dal teologo e pedagogo Friedric Wilhelm Kritzinger (1816 – 1890) ed è accompagnato da una melodia popolare della Turingia del 1808, intitolata "Seht wie die Sonne dort sinket".
Il testo, che si compone di tre strofe (di otto versi ciascuna), fa riferimento – come numerose altre canzoni natalizie – al suono delle campane, che risuonano durante le festività. In particolar modo, sottolinea il fatto che il loro suono è particolarmente dolce durante il periodo natalizio, più che in ogni altro periodo dell’anno.



Süßer die Glocken nie klingen
als zu der Weihnachtszeit:
S’ist als ob Engelein singen
wieder von Frieden und Freud’.
Wie sie gesungen in seliger Nacht,
Glocken mit heiligem Klang,
Klinget die Erde entlang!

O, wenn die Glocken erklingen,
schnell sie das Christkindlein hört:
Tut sich vom Himmel dann schwingen
eilig hernieder zur Erd’.
Segnet den Vater, die Mutter, das Kind,
Segnet den Vater, die Mutter, das Kind,
Glocken mit heiligem Klang,
Klinget die Erde entlang!

Klinget mit lieblichem Schalle
über die Meere noch weit,
dass sich erfreuen doch alle
seliger Weihnachtszeit.
Alle aufjauchzen mit herrlichem Sang!
Glocken mit heiligem Klang,
Klinget die Erde entlang!



Vom Himmel hoch, da komm ich her


Vengo dall'alto dei Cieli”, questa la traduzione del titolo,  è un tradizionale canto natalizio tedesco, il cui testo, del 1534 (o 1535), è attribuito – pare con una certa attendibilità – a Martin Lutero. La canzone venne probabilmente composta la sera della Vigilia di Natale del 1534 (o 1535) nella sua casa di Wittenberg (a quanto si dice l'unico edificio ancora illuminato da una luce di candela). Pare che Lutero, ispirato da un verso che diceva Ich komm aus fremden Landen her und bringt auch viel der neuen Mär (= "Vengo da Paesi stranieri; portate a molti la nuova notizia"), abbia modificato quest'ultimo in Vom Himmel hoch, da komm ich her, ich bringe euch gute, neue Mär (= "Vengo dall'alto dei Cieli, portandovi la buona nuova notizia"), mettendosi poi ad aggiungere altri versi, a cui diede i connotati di un canto natalizio.
Il testo, pubblicato nel 1535, venne inizialmente accompagnato da una melodia popolare tedesca, poi – a partire dal 1538 – da una melodia composta dallo stesso Lutero, melodia utilizzata anche nell’Oratorio di Natale di Johann Sebastian Bach del 1734).
Nel 1555, venne poi aggiunta da Valentin Triller la prima strofa.
Il brano, infine, è stato rielaborato nel XIX secolo da Felix Mendelssohn (1809 - 1847) per la sua cantata Vom Himmel hoch.
Del brano, tra l'altro, esiste un adattamento in inglese dal titolo From Heaven Above to Hearth I Come del 1855, a cura di Catherine Winkworth.
È stata adattata anche in svedese con il titolo di Av himlens höjd oss kommet är o Från himlens höjd jag bringar bud il primo di questi adattamenti risale addirittura al 1617 ed è a cura di Olaus Martini (titolo: Af Himmels högd jagh kommen är).

Nel web potete trovare tutte le versioni che preferite. 


Zum Bethlehem geboren


Il testo è attribuito a Friedrich Spee ed è stato stampato per la prima volta nella raccolta Geistlichen Psälterlein (Piccolo salterio sacro) di Johannes Heringsdorf a Colonia nel 1637. L'autore era del tutto sconosciuto almeno fino al XX secolo, ma grazie a proficue ricerche è stato possibile attribuirne la paternità. 
Il canto fu stampata con una melodia popolare assai nota nel 1638, presa da una chanson francese, Une petite feste, che aveva un testo frivolo e si ritrova in una raccolta di canzoni di Pierre Cerveau, Airs mis en musique à quatre parties (1599), come pure in Airs et vilanelles mises en musique à 4 et 5 parties (1600) di Pierre Bonnet. 
Spee scriveva spesso testi sacri con melodie secolari pertanto il canto fu stampata col titolo Hertzopffer (Il sacrificio del cuore). Probabilmente anche prima, la melodia era apparsa con un testo per la veglia alla culla del Bambino Gesù, secondo consuetudine del tempo - "Nun wiegen wir das Kindlein" da un manoscritto con intavolature (o talbature) di Henricus Beginiker del 1623.
Nel corso del XIX secolo, l'inno divenne un canto popolare sacro. 
Anton Wilhelm von Zuccalmaglio usò la stessa melodia, leggermente modificata, per una ninna nanna "Die Blümelein sie schlafen" (I piccoli fiori, dormono) nel 1840. Questa versione fu adottata da Johannes Brahms come Sandmännchen, N° 4 dei suoi 15 Volkskinderlieder, con accompagnamento di pianoforte, stampato per la prima volta nel 1858 a Winterthur da J. Rieter-Biedermann nel 1858.
Il canto fa parte degli attuali inni tedeschi.

Qui sotto una versione ridotta:



Zu Bethlehem geboren
ist uns ein Kindelein.
Das hab ich auserkoren,
sein eigen will ich sein.
Eia, eia, sein eigen will ich sein.

In seine Lieb versenken
will ich mich ganz hinab;
mein Herz will ich ihm schenken
und alles, was ich hab.
Eia, eia, und alles, was ich hab.

O Kindelein, von Herzen
dich will ich lieben sehr
in Freuden und in Schmerzen,
je länger mehr und mehr.
Eia, eia, je länger mehr und mehr.



FINE



4 commenti:

  1. Semplicemente meraviglioso.

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  2. Rarissimamente ho trovato un (vero e proprio) saggio così ben scritto, amorevolmente curato e denso di notizie altrimenti introvabili. Bravissimo!

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